Archivio Storico 2011-2017

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Oggi mi sento in "forma"

17 Agosto 2013
Viaggio di gusto tra i formaggi trentini
Abbandonarsi alla scoperta di un territorio assaporando i suoi prodotti è di quanto più meraviglioso possa aspirare il mio palato. Appena arrivata ho voluto organizzare una degustazione, in solitario, dei principali formaggi della zona scelti in base alla loro rilevanza e rappresentatività.

Primo formaggio degustato proveniente dalla val di Rabbi e val di Sole è il Casolét della val di Sole, caseolus nella tradizione ladina, che significa piccolo formaggio, calzante, considerando che una forma si aggira intorno al chilo e ha un diametro di una decina di centimetri. E’ una caciotta prodotta nelle zone più alte delle valli, a pasta cruda, tenera, che si consuma generalmente fresco o semi-stagionato. Dal sapore abbastanza deciso per un formaggio a pasta tenera, al gusto è gradevole e delicato.

Arriva il momento del cugino del nostro Parmigiano Reggiano, il Trentingrana. Formaggio Dop a pasta dura, ricavato dalla lavorazione del latte di allevamenti della sola provincia di Trento. Le forme medie sono di circa 35 kg, si presenta pastoso e gustoso da abbinare con mostarde locali.

Passiamo poi ad un altro formaggio legato alle tradizioni del territorio, il Vezzena di Lavarone. Prodotto sugli altopiani di Vezzena, Lavarone, Folgaria e Luserna, durante la prima guerra mondiale era l’unico formaggio utilizzato come condimento soprattutto su minestre, minestroni e canederli. Formaggio a pasta semidura e semicotta si presenta al palato molto meno saporito rispetto al Trentingrana ma comunque gradevole e interessante.

Non poteva mancare, in degustazione, il Cuor di Fassa, orgoglio della produzione casearia fassana. Formaggio a pasta semidura e semicotta, è facilmente riconoscibile per la sua “patina untuosa” (“lisp” in dialetto); in passato veniva spesso abbinato alla polenta o alle patate lesse. Ha un sentore di erbe e fiori di alpeggio che lo rendono unico e facilmente riconoscibile.

Poi, per finire, la sorpresa olfattiva per eccellenza, il Puzzone di Moena o SpretzTsaorì, che significa "formaggio saporito" nella lingua ladina. Gli abitanti della valle, infatti, non ammettono distorsioni rispetto alla vera natura di questo formaggio, perchè puzza proprio, un vero crocicchio di pessimi odori. Questa sua caratteristica lo rende unico, riconoscibile, discusso, tanto amato quanto odiato. Nella tradizione contadina degli abitanti della Val di Fassa e della Val di Fiemme veniva utilizzato in piccole quantità perché permetteva di insaporire le pietanze, garantendogli un sapore intenso. Lo promuovo a pieni voti, carattere deciso, profumo e sapore inconfondibile, e se, al naso è quasi denigrante, al palato diventa morbido, setoso e delicato.

LA RICETTA da PROVARE….Polenta di Storo con porcini e Cuor di Fassa

Ingredienti per 4 persone: 400gr di Cuor di Fassa, 200 gr di farina gialla di Storo, due porcini freschi, olio d’oliva extravergine q.b., sale q.b.

Preparazione: In un paiolo di rame mettere a bollire l’acqua salata e aggiungere la farina di gialla di Storo frustando costantemente. Dopo circa 40 minuti togliere dal fuoco. Pulire i porcini, tagliarli a fette con uno spessore di circa un cm e cuocerli in padella antiaderente con un filo di olio d’oliva extravergine ed un pizzico di sale per due minuti su entrambi i lati. In un tegamino formare con la polenta degli gnocchi, tagliare il Cuor di Fassa a fette alte un cm, adagiarle sopra la polenta e far fondere nel forno (170°C) per dieci minuti. A fusione ultimata,togliere dal forno ed adagiarvi sopra i porcini.

Per saperne di più:

GRUPPO FORMAGGI DEL TRENTINO
Linea Tradizionali: Via Bregenz 18 - 38121 Trento (TN)
Linea Trentingrana: Via della Cooperazione 4 - Segno di Taio (TN)
Tel. 0463 469256 Fax 0463 468761
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - N° verde 800133822
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